18.3.21

Un disco di Alessandro Castelli


Per trombone ed euphonium di Sergio Negretti


Ianus è il titolo di un recente Cd pubblicato nel 2019.
Già dal primo ascolto del brano Assolo, di Natale Arnoldi, veniamo catturati dal colore timbrico del trombone. La precisa facilità con la quale il trombonista italiano Alessandro Castelli passa da una estensione all’altra dello strumento è di per sé conferma di sicuro possesso di una tecnica volta a valorizzare tutte le sfumature timbrico-espressive e dinamiche che il trombone può offrire all’orecchio dell’attento ascoltatore. Sia i suoni gravi che quelli acuti o intermedi sono affrontati con estrema precisione. Castelli avvalendosi di trombone ed euphonium riesce ad affascinarci e a coinvolgerci in diverse performance solistiche volte a creare una dimensione sonora, se non del tutto nuova, sicuramente affascinante.
Renzo Cresti, nella sua critica contenuta nel Cd, ci ricorda come l’originalità e l’estro di questo lavoro sia già intuibile dal creativo contenitore realizzato dal designer Maurizio Della Nave. Nella copertina a sfondo rosa/rosso, si vedono due campane collocate in asimmetria.
Il Cd, intitolato Ianus, contiene nove composizioni di altrettanti autori diversi, le prime sei per solo trombone e le ultime tre per solo euphonium.
Ianus è il termine latino che sta a indicare Giano, dio degli inizi, materiali e immateriali. Una delle divinità più antiche e più importanti della religione dell’antica Roma. Giano è bifronte, poiché può guardare sia al futuro che al passato. Sarebbe come dire che il trombone potrebbe rappresentare il passato e l’euphonium il presente, o semplicemente due facce della stessa medaglia? Chissà? Forse!
Nella prefazione al Cd si legge: “Uno spazio immaginario comune dove nove composizioni si incontrano e si scambiano emozioni, sensazioni, idee, per creare la loro arte, legata alla tradizione ma senz’altro recando in sé un ‘gesto’ particolarmente nuovo. Alessandro Castelli in questo panorama sonoro veste i panni d’un moderno Giano che si divide tra trombone ed euphonium”. 
Le composizioni presenti nel Cd sono rispettivamente, Assolo di Natale Arnoldi, Clita di Stefano Martinotti, Dietro le quinte di Francesco Celeste, Full voice di Umberto Bombardelli, In memoria aeterna di Girolamo Deraco, Incredulae rosae di Domenico Turi, Narrenschiffen fragments di Rossano Pinelli, Ritratto1/b di Marco Lombardi e In water di Andrea Benedetti. 
Le composizioni originali o gli assolo per trombone solista, nella storia della musica non sono molte. Grazie alle sapienti rivoluzioni strumentali introdotte da compositori del secolo XIX quali Berlioz, Wagner, Richard Strauss e proseguite da compositori del secolo XX, quali Stravinskij, Ravel e altri, gli ottoni, e fra questi il trombone, sono progressivamente assurti a ruoli di protagonismo mai udito prima. 
Esempi storici di composizioni per solo trombone, come risaputo, non mancano. È sufficiente ricordare Sequenza V di Luciano Berio, Keren di Iannis Xenakis, Atem di Mauricio Kagel, Solo for Sliding trombone: Sliding Trombone di John Cage o In Freundschaft di Karlheinz Stockhausen. 
Si può tranquillamente asserire che i brani per solo trombone presenti in questo Cd testimonino forme compositive forse meno sperimentali rispetto a quelle sopra citate. Mi sembra di poter inoltre dire che in tutti i sei lavori per trombone documentati nel Cd, a parte forse il caso di In memoria aeterna di Deraco, dove compaiono sezioni di cantato nello strumento, e in pochi altri momenti delle altre composizioni, con o senza sordina, si tenda generalmente a valorizzare le possibilità espressive reali dello strumento in tutte le sue estensioni e in tutte le sue timbriche e dinamiche naturali.
Tre lavori sono invece dedicati all’euphonium. Noi “addetti ai lavori” bandistici, siamo abituati a concepire l’eufonio o euphonium, quale strumento dalla grande cantabilità. L’euphonium è il violoncello della Banda sinfonica. Strumento senz’altro meno noto del trombone, l’euphonium deriva dall’evoluzione della famiglia dei flicorni. Si tratta di una intera famiglia, concepita nelle diverse taglie, dal sopranino al contrabbasso, diffusisi a seguito dell’invenzione ottocentesca dei cilindri e dei pistoni. Strumenti nati con l’intento originario di creare uno spettro sonoro di timbri maggiormente cupi rispetto alle trombe e ai tromboni, queste famiglie, frutto della sperimentazione inventiva di numerosi costruttori di strumenti musicali, si sono chiamate via via flichorn, bombardons, saxhorn, tube wagneriane, ecc.
Il bombardino, flicorno baritono ed infine euphonium, come venne denominato nelle bande militari americane, deriva il proprio nome dal greco euphonos che significa appunto bel suono. L’uso che viene fatto dell’euphonium nei tre lavori presenti in questo Cd non è del tutto teso alla valorizzazione del bel suono o della facile cantabilità dello strumento.
Fra questi vi è il brano Narrenschiffen fragments del bresciano Rossano Pinelli. La composizione si caratterizza per un inizio che impatta su acute emissioni, quasi un pianto in forma di guaito, capace di evocare un certo transfer emotivo. Il lavoro risulta ricco di soluzioni ritmico-melodiche ove l’autore riesce a mettere efficacemente a fuoco molte possibilità tecniche dell’euphonium, dalla varietà di estensione, all’agilità, agli effetti percussivi sul corpo dello strumento fino alla pratica di insufflare aria dal bocchino senza produrre la vibrazione del suono.    

Ianus, Alessandro Castelli trombone ed euphonium, EMA Vinci records, 2019, € 15,00.